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Ci ha lasciati il Prof Furlan

La sua cultura e la sua eleganza innata, lasciano un vuoto incolmabile

È venuto a mancare il Prof Pier Maria Furlan, a causa di una implacabile malattia incurabile. Preside della II facoltà di Medicina di Torino e personaggio di spicco della cultura torinese il valente psichiatra, collaborò con Muccioli e fu il primo universitario a chiudere manicomio ma soprattutto sarà ricordato per la sua instancabile volontà di elevare il livello culturale: l’ultima sua creazione è stata la biblioteca organizzata dall’Onlus San Luigi di cui era presidente. Fu tra i primi ad organizzare un dipartimento di salute mentale ospedaliero e territoriale universitario secondo quanto indicato dalla riforma della legge 180/1978.

Figlio della prima donna italiana a esercitare la professione di avvocato penalista nel foro torinese e del originale e innovativo  scrittore Pittigrilli, non seguì le orme dei genitori ma volle dedicarsi, e con grande successo alla medicina.

Vanta più di trecento pubblicazioni scientifiche e libri (di cui 50 in lingua straniera): tra i più famosi ricordiamo “Sbatti il matto in prima pagina”,” Alcool, alcolici, alcolismo”,  Aggressori sessuali. La comprensione empirica del comportamento abusante. … solo per citarne alcuni.

Il Libro “Sbatti il matto in prima pagina” si apre con una frase ad effetto- «Senza gli articoli dei giornali non avremmo chiuso i manicomi» (p. VII) – e prosegue illustrando l’opera portata avanti da giornalisti e intellettuali, ma anche da gruppi culturali, particolarmente attenti alla questione manicomiale.

Pare quindi quanto mai opportuno che il mondo giornalistico ed intellettuale gli renda omaggio e raccolga il suo insegnamento multidisciplinare che ha spaziato in tantissimi campi, compresi gli studi sull’evoluzione dell’edilizia degli ospedali.

Furlan ha dato voce ai “matti”, alle loro parole che, anche grazie a Lui hanno travalicato le mura dei manicomi, per essere portate alla conoscenza dei non addetti ai lavori, facendo scoprire un mondo fino ad allora nascosto e ignorato.  Anziani, disagiati, poveri, persone sole e abbandonate prive di reddito, alcolisti, soggetti sradicati dai loro contesti e “deviati” che grazie ai suoi studi lo sono un po’ meno.

La sua cultura e la sua eleganza innata, lasciano un vuoto incolmabile.

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