Il ricorso a modalità di lavoro agile porta con sé anche nuovi fronti da presidiare come quelle del benessere del lavoratore e della tutela dei dati. Secondo un report stilato recentemente, lavorare da casa, per il 48% del campione analizzato, si è tradotto in un surplus nel carico di lavoro. Quasi un italiano su due ha lavorato almeno un’ora in più al giorno: sviluppando il dato, si scopre come ci sia stato un eccesso di 20 ore lavorate in più in un solo mese di smart working.
Il lavoro agile ha portato il 22% degli italiani a rispondere più rapidamente alle esigenze dell’azienda e a essere disponibile online più a lungo del normale, ha avuto anche dei riscontri sulla salute dei dipendenti. È emerso che il 46% dei lavoratori si sente più ansioso o stressato, il 19% prova una sensazione di sconforto relativa alla sopravvivenza della propria azienda e il 18% ha riscontrato un impatto negativo sulla propria salute mentale. Aprendo a uno scenario da burnout: un lavoratore su cinque ha riscontrato problemi di salute mentale e ben il 27% non riusciva a dormire. Il 22% ha avuto stati di ansia e il 26% problemi di concentrazione.
Questo webinar, organizzato e promosso da Federsanità Anci nazionale Federsanità Anci Piemonte, Anci Piemonte e Fondazione Ifel è l’occasione di un confronto a 360 gradi dell’applicazione dello smart working in ambito sanitario e delle amministrazioni locali
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