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HomeProfessioni sanitarieLa grande fuga dei medici ospedalieri in Piemonte

La grande fuga dei medici ospedalieri in Piemonte

Sempre più medici ospedalieri cercano realizzazione professionale e miglioramento della qualità di vita al di fuori dell’ospedale. Nel 2019, in Piemonte un totale di 292 dimissioni volontarie, dati in forte aumento dal 2017.

Il lavoro in ospedale non è più attrattivo. Pochi decenni fa, essere assunti a tempo indeterminato in un reparto ospedaliero era un traguardo, l’obiettivo. Era il posto fisso di prestigio, che dava soddisfazione professionale, opportunità di carriera, una certa sicurezza economica. Ci si realizzava. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di dimettersi dagli ospedali.

Oggi non è più così.

Nel 2019, dai dati del Conto Annuale del Tesoro, il 3,5% dei medici ospedalieri, contro il 2,9% della media nazionale, ha deciso di dare le dimissioni. Siamo la quarta Regione d’Italia come percentuale di medici che decidono di licenziarsi, dopo Marche, Veneto e Valle d’Aosta.

292 colleghi, che hanno visto un’alternativa migliore nel privato o nel lavoro sul territorio. Migliore dal punto di vista economico, forse, ma certamente di qualità di vita.

Le ASL che hanno registrato più abbandoni sono, in proporzione ai medici dipendenti, ASL AL, ASL VCO, ASL CN1, AO CN, AO AL, AOU NO, ASL VC. Quindi, si scappa più dalla provincia.

Le specialità con maggiore emorragia sono state, in Piemonte nel 2019, Rianimazione, Medicina d’Urgenza, perché prevedono molti turni disagevoli ed un lavoro usurante, Pediatria, perché offre allettanti sbocchi sul territorio, e a seguire Ortopedia e Ginecologia, che permettono di lavorare nel privato.

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Redazione: Claudio Risso: Direttore Responsabile --- Gian Paolo Zanetta: Direttore Editoriale --- Federico Dolce ---

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