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Un futuro (prossimo) senza dialisi?

Il Meeting, organizzato dal CMID-SCdU Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, Centro Universitario di Eccellenza per le Malattie Rare, Nefrologiche e Reumatologiche, membro di tre ERN (Malattie nefrologiche, ERK-net, Malattie reumatologiche, ERN-Reconnect e Malattie Immunologiche, RITA-ERN) dell’Asl Città di Torino ha fornito un aggiornamento sugli sviluppi emergenti nel campo delle patologie rare, nefrologiche e reumatologiche, ad includere procedure diagnostiche innovative che verranno implementate nel Fibrolab, il nuovissimo laboratorio di ricerca da poco inaugurato presso l’Asl.

Tra i numerosissimi speaker internazionali, William H. Fissell, medico ed ingegnere della Vanderbilt University Medical Center, USA ha condiviso il sogno di un futuro non lontano in cui la dipendenza dalle macchine di dialisi o dai farmaci anti-rigetto per molti dei pazienti con funzione renale terminale potrebbero non essere più necessarie.

Il Prof. Fissell ha presentato un dispositivo meccanico impiantabile “in vivo” costituito da un emofiltratore che ripete la funzione glomerulare, un bioreattore rivestito di cellule tubulari che sostituisce la funzione tubulare.

Più di tremila persone in Piemonte vengono dializzate. Molte persone con insufficienza renale sono candidabili al trapianto di rene, ma non ci sono abbastanza organi disponibili.

Un rene artificiale impiantabile sarebbe una vera rivoluzione.

Il dispositivo presentato può essere collegato direttamente ai vasi sanguigni e alla vescica proprio come un rene trapiantato. Membrane di silicone mantengono le cellule renali all’interno del bioreattore al sicuro dall’attacco delle cellule immunitarie del ricevente, ciò che consente di non utilizzare farmaci immunosoppressori anti-rigetto.

Il Prof. Fissell ha dichiarato: “Ci siamo concentrati sulla replicazione delle funzioni essenziali di un rene. Il bioartificiale da noi ideato potrà rendere il trattamento per la malattia renale cronica più semplice e migliorerà la qualità di vita dei nostri pazienti. Speriamo che le macchine da dialisi possano presto andare in soffitta.”

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