Presso la Sala dedicata a Fratel Bordino dell’Ospedale Cottolengo “Piccola Casa dellaDivina Provvidenza” si è svolto il convegno “La valorizzazione delle professioni ssanitarie nelle reti clinco assistenziali del sistema socio sanitario: prospettive per la Regione Piemonte” per esaminare e ragionare sulle questioni aperte relativamente alle professioni sanitarie. Curare le persone nella nostra società richiede competenze sempre più complesse e interdisciplinari per rispondere alle esigenze provenienti dalla società.
Dall’esaltazione del loro ruolo riconosciuto durante la pandemia, oggi le professioni sanitarie devono fare i conti con necessità e pretese sempre maggiori dettate da situazioni oggettive, come il progressivo invecchiamento della popolazione, e un’educazione sanitaria ben lontana dal raggiungere livelli adeguati per un consumo efficiente delle risorse disponibili. I casi di violenza, sempre più frequenti sono un termometro delle difficili situazioni che oggi si devono affrontare.
Gli interventi che sono succeduti hanno permesso di affrontare gli aspetti più significati delle professioni sociosanitarie associando le conoscenze maturate nelle diverse discipline scientifiche con la quotidianità dei problemi concreti.
C’è un problema di vocazioni (sono sempre meno e in misura non sufficiente i giovani che abbracciano queste professioni che sicuramente danno tante soddisfazioni ma richiedono dedizioni e capacità non comuni), ma ci sono problemi organizzativi-gestionali che non permettono loro di operare esprimendo al massimo le potenzialità acquisite nei percorsi formativi.
Nel corso del dibattito sono emersi tutti i problemi che oggi attanagliano la sanità: un settore indispensabile per gli equilibri sociali e da cui si richiede moltissimo, ma non si è disposti ad attribuire adeguate attenzione ad ogni sua componente e quelle delle professioni sanitarie diventano un punto cruciale. Ne deriva una fuga all’estero, dove queste categorie sono maggiormente remunerate ma soprattutto godono di maggiore riconoscimento sociale e condizioni di welfare aziendale superiori.
Significativa è stata la tavola rotonda finale, moderata dal Direttore Generale del Carlo Picco Direttore generale dell’Asl Città di Torino e presidente di Fedrsanità Anci Piemonte sul tema “l’integrazione professionale come elemento strategico per l’erogazione di cure sicure e di qualità all’interno delle organizzazioni che ha permesso di confrontare le varie esperienze volte ad affrontare i problemi di salute dei pazienti e dei loro caregiver (soggetti destinati anche loro ad ammalarsi velocemente) e le problematiche sociali emergenti.
Il congresso ha aperto un dibatti che sicuramente dovrà essere ripreso nei prossimi anni e sviluppato ulteriormente se si vuole mantenere la sanità ad un alto livello di professionalità e contribuire alla ricerca di soluzioni valide e riconosciute come tali dalla popolazione di riferimento.
Il corso è stato aperto con i saluti istituzionali del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, dall’Assessore al Welfare della Regione Piemonte Maurizio Marrone e, attraverso un messaggio letto dal presidente del comitato scientifico dell’evento Fabiano Zanchi, quello dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.