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La Nefrologia di Chieri apripista in Piemonte per pazienti emodializzati

Un intervento realizzato in stretta collaborazione con la Città della Salute di Torino

La Struttura complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Maggiore di Chieri e dell’Asl To5 diretta dal Dott. Gianluca Leonardi ha utilizzato per la prima volta in Piemonte il catetere endovascolare Ellipsys per la creazione di due fistole arterovenose su altrettante persone di 45 e 81 anni, affette da insufficienza renale avanzata e sottoposte ad emodialisi.

La procedura è stata eseguita con successo e senza complicanze dai radiologi interventisti dell’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino Dott. Andrea Mancini e Dott. Andrea Discalzi (direttore Prof. Paolo Fonio) coadiuvati dall’anestesista Dott. Stefano Skurzak del servizio diretto dal Dott. Roberto Balagna.

 

Nelle scorse settimane, presso la Nefrologia di Chieri, il dott. Gianluca Leonardi, coadiuvato dal Dott. Vincenzo Pellicano’, ha posto l’indicazione alla procedura identificando, tra i circa 200 pazienti seguiti in dialisi, due persone idonee per caratteristiche cliniche ed anatomiche.

Il delicato intervento è stato quindi organizzato ed eseguito presso la Radiologia Interventistica dell’Aou Città della Salute di Torino ed ha permesso di creare una comunicazione tra arteria e vena (fistola artero venosa) nel braccio dei due pazienti senza l’utilizzo del bisturi, attraversando la cute con uno strumento idoneo, in alternativa alla tecnica chirurgica tradizionale, che prevederebbe un’incisione della cute, il taglio e la sutura dei vasi arteriosi e venosi. Inoltre con questa nuova tecnica il collegamento (anastomosi) trai i due vasi è risultato di calibro predefinito e standardizzato.

 

Le fistole così create consentiranno alle due persone di pulire il loro sangue attraverso la dialisi, sostituendo la mancante funzione depurativa dei reni ammalati.

 

“Sono molto soddisfatto per l’esito della procedura che consente, in pazienti selezionati e idonei, un’opzione alternativa a quella chirurgica nella difficile e importante gestione dell’accesso vascolare senza il quale la dialisi non potrebbe essere condotta – ha dichiarato il dott. Gianluca Leonardi -. Inoltre con questa tecnica si evita la formazione di cicatrici cutanee sulla sede dell’intervento che risulta essere meno traumatico e con minore sofferenza per il paziente garantendo una fase di recupero più breve”.

Tecnicamente l’intervento sfrutta vene e arterie raggiungendo il sito interessato in modo più efficace rispetto agli interventi di chirurgia tradizionale

Il direttore della Nefrologia ha sottolineato come “in questo ambito è fondamentale una stretta collaborazione tra nefrologi, radiologi interventisti e chirurghi vascolari per formare il Team dell’Accesso Vascolare al fine di impiegare al meglio le competenze di ciascuno per perfezionarne la riuscita” ed ancora ha aggiunto come in questo caso “il modello organizzativo Hub e Spoke (Ospedale Periferico collegato all’Ospedale Centrale) ha funzionato in modo ottimale”.

 

La tecnica endovascolare con il catetere Ellipsys, registrata in Europa nel 2016, è stata introdotta sul mercato italiano dal 2022 e vanta più di 3.000 procedure a livello mondiale. In Italia erano stati precedentemente realizzati una decina di interventi con questa modalità distribuiti presso i centri di Modica, Firenze e Como. La tecnica si affianca ad un altro innovativo sistema endovascolare per il confezionamento di fistole artero venose, recentemente adottato presso altri centri nefrologici, implementando il ventaglio di opzioni percorribili nella cura dei pazienti nefropatici.

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Redazione: Claudio Risso: Direttore Responsabile --- Gian Paolo Zanetta: Direttore Editoriale --- Federico Dolce ---

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