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Cancro e istruzione: il rapporto c’è e si vede

Un team europeo costituito da medici, esperti di politica ed economia sanitaria, statistici e sociologi ha pubblicato su Lancet (1) un interessante studio per determinare l’incidenza del livello di istruzione nella diffusione delle patologie oncologiche. Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto LIFEPATH che ha ricevuto il sostegno finanziario della Commissione europea e del progetto DEMETRIQ.

La Metodologia dello studio seguita da un gruppo di esperti ha raccolto, armonizzato, analizzato e confrontato i dati sulla mortalità specifica per i vari tipi di cancro dell’intera popolazione fra i 40 e 79 anni in 18 Paesi europei dal 1990 al 2015 in base alla posizione socioeconomica, al livello di istruzione e al sesso.

Gli esperti hanno calcolato le disuguaglianze educative assolute e relative, le tendenze temporali, utilizzando variazioni percentuali annue stimate e la quota di mortalità per cancro legata alle disuguaglianze educative.

 

I Paesi considerati nello studio comprendono più aree geografiche:

Area Nord Europa: Norvegia, Svezia, Finlandia, Inghilterra, Galles

Area Sud Ovest: Belgio, Francia, Svizzera, Austria, Italia (dipartimento di Torino), Spagna

Aree Baltiche, Centrali ed Est Europa; Estonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia.

E sono state considerate le principali neoplasie che colpiscono maschi e femmine: polmone, faringe, esofago, stomaco, fegato, intestino, utero, mammella, prostata.

 

Evidenze dello studio

In linea generale gli europei con un livello di istruzione inferiore presentano tassi di mortalità più elevati per quasi tutti i tipi di cancro rispetto ai più istruiti, in particolare per i tumori correlati all’uso del tabacco o alle infezioni.

Le disuguaglianze sono più evidenti nell’Europa baltica, centrale e orientale e minori nell’Europa sud-ovest, nelle donne sono state evidenziate disuguaglianze ampie e crescenti nell’Europa settentrionale.

I Paesi nordici che hanno una lunga tradizione di politiche eque di welfare ma nonostante ciò presentano un preoccupante aumento delle disuguaglianze legate soprattutto fra le donne a testimonianza che le tecniche adottate vanno costantemente riviste ed adeguate.

Il cancro del polmone è la patologia oncologica che contribuisce maggiormente alle disuguaglianze nella mortalità: nei maschi si va dal 29,1% della Francia al 61,1 % del Belgio; nelle donne c’è una forbice ancora più ampia che va dal 9.7% della Lituania al 56.3% dell’Inghilterra/Galles.

Dopo questo tipo di tumore, pesano altre patologie oncologiche: cancro colon-retto, faringe, stomaco, cervice uterina dove la forbice delle disuguaglianze è molto ampia (confermando sempre che dove i tassi di istruzione sono più bassi, la percentuale di mortalità è più elevata).

 

Sebbene le disuguaglianze assolute e relative siano quasi ovunque più elevate negli uomini, questa situazione sta diventando più sfavorevole per le donne. Infatti l’aumento di mortalità, ad esempio per cancro al polmone, è evidente nelle donne per tutti i livelli di istruzione in quasi tutti i Paesi, ma sono più evidenti per i gruppi con un’istruzione inferiore soprattutto nei paesi nordici, nell’area baltica/centrale/orientale, in Francia e Spagna.

La correlazione statistica si spiega con il fatto che il livello di istruzione influisce significativamente sulla sensibilità che, sia livello individuale che collettivo, viene prestata alle attività preventive. Una società più acculturata e più ricca tende ad investire più che proporzionalmente parte della sua ricchezza in prevenzione e trova una popolazione maggiormente conscia nel seguire le indicazioni del mondo medico-scientifico, quale conseguenza di una maggiore coscienza civica e rispetto delle persone.

I dati rilevati dallo studio rilevano, con evidenza, come un investimento in cultura e in educazione sanitaria comportino un miglioramento delle tabelle di sopravvivenza e, nel contempo come la classe medica, oltre ad impegnarsi a massimo nel collaborare nella rilevazione dei dati statistici affinché questi risultino sempre più completi ed affidabili, si debba impegnare in una costante e credibile azione di corretta informazione, onde evitare che i propri assistiti vengano colpiti da gravi patologie prematuramente.

  • Socioeconomic inequalities in cancer mortality between and within countries in Europe: A population-based study
Salvatore Vaccarella, Damien Georges, Freddie Bray, Ophira Ginsburg,, Hadrien Charvat, Pekka Martikainen,Henrik Brønnum-Hansen, Patrick Deboosere, Matthias Bopp, Mall Leinsalu, Barbara Artnik, Valentina Lorenzoni, Esther De Vries, Michael Marmot, Paolo Vineis, Johan Mackenbach, and Wilma Nusselder.
The Lancet Regional Health – Europe 2022; 100551,Published Online
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