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Croce e Carle: ora la dialisi è più green

E’ stato presentato  all’Ospedale “A. Carle” di Cuneo il nuovo impianto per la produzione centralizzata di acqua osmotizzata e la distribuzione dei concentrati acidi per l’attività di dialisi.

Si tratta per noi tutti di un importante traguardo – spiega il Direttore della Struttura Complessa Nefrologia e Dialisi, Luca Bessoe, desidero sottolinearlo, motivo di orgoglio aver concluso questo progetto, cui si sono aggiunti lavori strutturali significativi, senza mai interrompere l’attività, creando il minimo disagio possibile ai pazienti e mantenendo in mesi ancora difficili la necessaria attenzione all’isolamento dei pazienti COVID positivi nonostante i lavori. Oggi disponiamo di un impianto all’avanguardia che interpreta pienamente i criteri di risparmio energetico e gli obiettivi ecologici riducendo la necessità di smaltire materiali e di utilizzare materie plastiche oltre a contenere i consumi di acqua”.

 

Il nuovo impianto rappresenta un’eccellenza nel trattamento delle acque in ambito dialitico con innovazioni significative e tra le più moderne a livello nazionale ed internazionale. La produzione di acqua osmotizzata per pazienti dializzati è uno degli elementi indispensabili per la gestione sicura e funzionale del trattamento: basti considerare che se ne consumano circa 100 litri per seduta dialitica.

 

Il procedimento

 

L’impianto deve prevedere una prima parte di depurazione da impurità grossolane attraverso un sistema di filtri; in seguito l’acqua, passando attraverso addolcitori che trattengono il calcio in eccesso rispetto alla condizione necessaria per il paziente, raggiunge apparecchiature per la cosiddetta “osmosi inversa” in grado di trattenere tutte le più importanti molecole e le componenti anche batteriche, producendo così acqua che può arrivare a contatto con il paziente.

 

Un ulteriore filtraggio trattiene ancora eventuali piccole particelle che possono essere sfuggite al trattamento descritto restituendo un’acqua “ultra pura” per la dialisi. E’ possibile, inoltre, trattare l’acqua – senza attività in corso – con alte temperature per impedire lo sviluppo di batteri nel circuito.

 

Il nuovo impianto – spiega ancora il dottor Besso – ci porta verso una green dialysis con risparmio energetico e di materie plastiche: una quota dell’acqua ritorna, infatti, al circuito se non utilizzata e il sistema è in grado di riprendere e portare a regime l’acqua necessaria senza eccedere nel consumo”.

Il sistema consente anche di eliminare la stragrande maggioranza delle attuali sacche di plastica in uso e il relativo continuo trasporto di materiale dalle ditte fornitrici verso l’Ospedale “A. Carle”, senza considerare il necessario smaltimento.

I bidoni di concentrato sono trasportati sotto forma di gel in riutilizzabili fino a 9 volte con risparmio di materie plastiche.

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Redazione: Claudio Risso: Direttore Responsabile --- Gian Paolo Zanetta: Direttore Editoriale --- Federico Dolce ---

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