È passato un anno da quando al CTO di Torino, grazie all’utilizzo della robotica, è stato eseguito il primo impianto in Italia di protesi di ginocchio anatomica con risparmio dei crociati presso il reparto di Ortopedia e traumatologia universitaria diretto dal professor Alessandro Massè.
A distanza di pochi mesi anche l’ospedale Mauriziano, il Koliker, Villa Igea e al Cottolengo (la cui piattaforma robotica permette, oltre a migliorare le resezioni ossee, di valutare lo stato dei tessuti molli per facilitare il posizionamento degli impianti durante un’artroplastica totale del ginocchio), si sono attivate soluzioni robotiche per problemi ortopedici impensabili fino a poco tempo prima. Ora anche il Centro Ortopedico di Quadrante COQ di Omegna si è dotato di uno strumento d’avanguardia per rispondere alla crescente domanda di interventi all’anca e al ginocchio con la ricostruzione in 3D.
Forti dell’esperienza accumulata in questi anni (solo nel 2021 si sono effettuati 592 protesi d’anca e 447 al ginocchio) il Robot di Omegna, associato all’installazione di una nuova risonanza magnetica, non solo permetterà di rispondere alla forte domanda di questo tipo di interventi che oggi porta ad attendere quattro o cinque mesi, ma permette di sviluppare soluzioni interdisciplinari con la neurochirurgia e la radiodiagnostica, come il trattamento con la tecnica delle onde d’urto, di grande utilità per il trattamento dei dolori al tallone e alla pianta del piede.
I vantaggi per i pazienti sono notevoli. Innanzi tutto la riduzione dei tempi di degenza (alcuni pazienti si alzano dal letto già nelle 24 ore e possono essere dimessi dopo tre giorni assistiti con un monitoraggio a distanza) ma soprattutto accresce notevolmente la precisione nell’effettuare l’intervento riducendo al minimo le possibilità di errore e l’approssimazione nell’esecuzione. La dotazione digitale del Robot permette infatti di garantire la precisione dei tagli e, di conseguenza, di provocare molto meno dolore al paziente nonché tempi di recupero più rapidi.
La chirurgia robotica, quale tecnica mini-invasiva avanzata che grazie ad appositi software aiutano a posizionare protesi di anca e ginocchio, si appresta così a diventare un’attività di facile accesso per i pazienti che ne abbisognano.
La ricostruzione in 3D dell’anatomia ossea, su cui va a intervenire il braccio robotico manovrato dal chirurgo, consente di posizionare con millimetrica esattezza la protesi, monitorando in tempo reale i parametri che indicano il corretto funzionamento della stessa e correggendo le possibili deviazioni insorte con l’usura e l’artrosi presenti in molti pazienti (problemi che spesso si ritrovano in pazienti anziani che costituiscono la maggioranza di chi abbisogna dell’intervento). Tale “personalizzazione” consente di accresce notevolmente gli esiti dell’intervento.
Il COQ si candida inoltre come formatore di chi vuole approfondire le conoscenze e le potenzialità dell’uso del sistema ed associa alla pratica sinergici percorsi riabilitativi: la rieducazione inizia il giorno successivo all’intervento e viene portata avanti n base alle condizioni del paziente, fino ad ottenere il massimo recupero.