Non è sufficiente una giornata per ricordare il ruolo attivo svolto da una categoria professionale la cui utilità è assolutamente insostituibile, ma che la simpatia con cui i pazienti e i loro famigliari hanno accompagnato le diverse manifestazione che gli infermieri hanno organizzato in diversi ospedali e poi sabato pomeriggio in Piazza Albarello ne hanno celebrato l’importanza e l’affetto da cui sono circondati.
L’ímportanza degli infermieri nei processi sanitari e ritornata alla ribalta negli anni del COvid, andando ad occupare ampi spazi sui mass media, definiti spesso citati come eroi, per il coraggi e l’abnegazione con cui si sono dedicati a contrastare il virus in momenti non certo facili (e pericolosi). Ed oggi, che la paura è passata, appare quanto mai utile, riproporre l’attenzione verso una professione che, più di ogni altra, interagisce con i pazienti e può svolgere un ruolo determinante nell’educazione sanitaria, considerata la miglior medicina dall’Organizzazione Mondiale della Santià.
I convegni organizzati in questi giorni, i poster, le cartoline dedicate, il materiale pubblicitario preparato ad ho cu specifici argomenti, hanno tutti come file conduttore avvicinare le persone alle problematiche sanitarie, con cui tutti dobbiamo collaborare, perché da queste dipende la nostra salute.
Le indagini svolte tra i frequentatori delle strutture sanitari, cui veniva chiesto, con una parola, di descrivere il ruolo degli infermieri, si alternavano nel sottolineare la professionalità che caratterizza questa figura, con l’umanità che accompagna i loro rapporti con i malati e i caregiver. Sugli alberi artisticamente disegnati dagli stessi infermieri sono state raccolte tante parole che ne sottolineano il riconoscimento generale e compensano, almeno in parte, i momenti in cui alcuni infermieri sono stati vittime di insulti e aggressioni fisiche (fenomeno questo sempre più frequente, specie dopo le restrizioni del lock down, e la conseguente volontà inconscia di manifestare disappunto).
Il giorno del 12 Maggio è stato scelto per ricordare il compleanno di Florence Nightingale, una nobil donna inglese (anche se nata Firenze e, il padre la volle chiamare con il nome della città che gli ha dato i natali) che dedicò tutta la sua vita (e il suo consistente patrimonio) a studiare come organizzare l’assistenza ai malati ed essendo dotata di una intelligenza straordinariamente vivace, riuscì a far compiere un incredibile salto di qualità alla storia dell’assistenza.
Gli infermieri hanno approfittato della giornata a loro dedicata per consolidare il loro quotidiano lavoro di educazione sanitaria: tra le tante iniziative, anche una divertente conzoncina per i bambini per invitarli a lavarsi spesso le mani. La pandemia è finita ma i consigli che gli infermieri possono e devono dare sono ancora assolutamente indispensabili
La giornata dell’infermieri è solo il 12 maggio, ma il lavoro di assistenza e di educazione si sviluppa lungo tutti i giorni e tutte le notti dell’anno e in questa attività meritano di essere coadiuvati e supportati da tutta la popolazione.